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Fino a qualche anno fa Linux era
una scelta tattica, il cui driver era
sostanzialmente la riduzione dei
costi. Oggi invece scegliere Linux
rappresenta una scelta strategica,
come sanno bene i CIO di tutto
il mondo. Perché? Perché la co-
noscenza e lo skill di Linux si è
di‚uso ampiamente sul mercato
e il sistema operativo è stabile,
sicuro ed eƒciente e soprattut-
to gira su tutte le piattaforme. La
storia ha dimostrato che gli stan-
dard e l’open source portano un
enorme beneficio ai clienti finali e
costituiscono un importante cata-
lizzatore dell’innovazione perché
danno a ciascuna organizzazione
la possibilità di scegliere la solu-
zione più adatta, in base alle fun-
zionalità che meglio soddisfano
le loro esigenze. IBM svolge da
sempre un ruolo di primo piano
per la comunità open source e per
la di‚usione degli open standard
e ha contribuito con investimenti
di oltre un miliardo di dollari allo
sviluppo di Linux. Anche sui main-
frame System z, Linux fornisce da
anni una piattaforma robusta ed
eƒciente per workload business
critical in ambiente enterprise, per
eliminare la proliferazione dei ser-
ver e ridurre il TCO.
Una profonda
trasformazione
“Nel corso degli anni - sottolinea
Giuseppe Ranieri
, IT specialist
zChampion di IBM Italia che in
Big Blue segue la tecnologia Sy-
stem z dal 1980 - la piattaforma
z si è completamente trasforma-
ta aprendosi a sistemi e software
open sino a diventare ciò che è
oggi, vale a dire una piattaforma
IBM
: l’open source al servizio
dell’azienda intelligente
Eseguire e cientemente sia workload tradizionali che open, garantendo
piena interoperabilità tra i due mondi e mettendo a frutto caratteristiche
tecnologiche innovative in entrambi i casi.
R.C.
in cui è possibile eseguire eƒcien-
temente sia workload tradizionali
che open, garantendo piena in-
teroperabilità tra i due mondi e
mettendo a frutto caratteristiche
tecnologiche innovative in entram-
bi i casi. Una evoluzione eviden-
ziata anche dal fatto che oggi non
parliamo più di System z bensì di
Enterprise Linux Server (ELS)”.
I punti di forza che l’ELS metta a
disposizione di Linux sono diver-
si: un utilization rate prossimo al
100% in condizioni di funziona-
mento quasi lineari; un simulta-
neous multi processing eƒciente;
una virtualizzazione eƒciente e
con bassissimo overhead; un po-
tente sottosistema di I/O dedi-
cato; elevati livelli di scalabilità,
aƒdabilità, disponibilità ed eƒ-
cienza. L’Enterprise Linux Server
di IBM, inoltre, integra una serie
di funzionalità molto sofisticate
che consentono di misurare con
precisione i parametri di lavoro
del sistema, come ad esempio il
consumo di CPU, di real memory
o l’attività di I/O: questo, insieme
alla linearità di comportamento
del sistema, consente di e‚ettuare
capacity plannings e previsioni di
carico molto precise.
La nuova sfida nell’ambito appli-
cativo è oggi la programmazio-
ne parallela per superare i limiti
tecnologici di velocità del singolo
core, parallelizzando il più possibi-
le i processi. Esiste però un limite
all’accelerazione di un determinato
workload parallelizzabile al cre-
scere dei core disponibili a causa
di quella parte di workload seria-
le che non può comunque venire
parallelizzato. Con un core dota-
to di un clock di 5,5 GHz l’ELS di
IBM è in grado di elaborare anche
le parti di codice seriale in modo
estremamente veloce ed eƒcien-
te; nel contempo, integrando un
supporto hardware che facilita l’e-
secuzione di workload parallelo,
battezzato transactional memory,
è già pronto per eseguire appli-
cazioni parallele di nuova genera-
zione. L’ELS di IBM è quindi una
piattaforma adatta a scalare non
solo orizzontalmente, con conse-
guenti benefici organizzativi ed
economici, ma anche verticalmen-
te, là dove occorre potenza ela-
borativa su una unica istanza di
sistema operativo.
Giuseppe Ranieri, IT specialist zChampion
di IBM Italia
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