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30
novembre 2012
Più capacità di elaborazione e più
storage disponibile in modalità
cloud. Sono questi gli elementi
che caratterizzano la strategia di
Google in relazione ai nuovi servizi
che saranno resi disponibili nella
‘nuvola’ in breve tempo. Una stra-
tegia che guarda ai temi del mo-
mento, primo tra tutti i Big Data.
Ma andiamo con ordine.
La società vuole conquistare sem-
pre più spazio all’interno delle
grandi organizzazioni e ha ideato
Google Cloud Platform, un’offerta
che rende disponibili servizi infra-
strutturali e di sviluppo metten-
do a disposizione la potenza della
sua stessa infrastruttura: “Google
Computing Engine, il cuore della
nostra offerta infrastructure as a
service, mette a disposizione in
una logica assolutamente pay per
use, anche per pochi secondi, una
massiccia potenza di calcolo che
un’azienda può affittare arrivan-
do a disporre, con tempi di pro-
visioning di pochi minuti, di una
capacità massima paragonabile
a quella di 10.000 core – spiega
Shailesh Rao
, director new pro-
duct di Google Enterprise. Questa
offerta nasce dal fatto che oggi
tutti i data center di Google sono
in cloud e che complessivamen-
te pesano per una forza di oltre
700.000 core installati: per molti il
cloud è un business separato, per
noi invece è quello che facciamo
tutti i giorni come azienda”.
Una base di partenza non di poco
conto a cui si affiancano i servi-
zi di platform as a service nati
dall’esperienza fatta con le app
per Android. Questi consentono
alle organizzazioni di concentrarsi
I servizi cloud di
Google
guardano ai Big Data
L’offerta Google Cloud Platform comprende inoltre servizi infrastrutturali
e per lo sviluppo di applicazioni. “La capacità di elaborazione dei nostri
data center a disposizione dei clienti”.
Shailesh Rao, director new product
di Google Enterprise
/
R.V.
unicamente sulle attività di svi-
luppo, delegando la gestione di
tutte le problematiche di back
end (come il versioning per i vari
ambienti) alle stesse piattaforme
che Google utilizza internamente:
“La focalizzazione sulle logiche
applicative abilita un rapido time
to market nel rilascio di applica-
zioni per il business”.
Inoltre, sul fronte dei servizi già
configurati, l’azienda attraverso le
API di Google App Engine rende
integrabili nei contesti enterprise
oltre 500.000 applicazioni attive.
Big Data? Big Query
L’ambito in cui Google oggi pensa
che la nuova offerta di servizi pos-
sa avere un impatto significativo
è quello dei Big Data. A questo
proposito la novità è quindi Big
Query: “Un servizio che consen-
te di analizzare volumi dati di di-
versi PetaByte, miliardi di righe di
tabelle, in pochi minuti secondi,
quando con i sistemi tradizionali
ci vogliono ore se non addirittura
giorni”, dichiara Rao. Il sistema di
Google, assicura l’azienda, annul-
la quindi il problema della latenza
dei tempi di risposta al crescere
dei volumi di dati da analizzare,
e a questo proposito il manager
ha illustrato diversi dati relativi
a esperienze pilota condotte da
clienti che supportano questa af-
fermazione. Il tutto con dei costi
limitati, 3,5 centesimi di dollaro per
ogni GB di dati analizzati. A oggi
gli utenti che vogliono utilizzare
questo servizio devono conoscere
il linguaggio query, ma stanno già
nascendo le prime applicazioni di
terze parti che facilitano la fase
d’interrogazione e aprono poten-
zialmente l’utilizzo di Big Query
anche a utenti non specializzati
in interrogazione di database. Big
Query è in grado di interrogare in
un’unica sessione più di una base
dati esterna all’azienda disponibile
via Internet, mentre per ricercare
con questo sistema dati ‘nascosti’
nei database aziendali, bisogna
trasferirli nella cloud di Google:
“A questo proposito garantiamo
la massima sicurezza e se la rete
aziendale non è predisposta al tra-
sferimento di alti volumi si posso-
no installare delle appliance, svi-
luppate da delle terze parti che
provvedono ad accelerare questo
processo”, afferma Rao.