
opera secondo un programma
che concordiamo, svolgendo
attività ispettiva in tutte le aree
del Paese. Poi c’è una figura
nuova sulla quale noi confidiamo
molto per questa attività di
controllo che fa parte diciamo
del nuovo sistema: il responsabile
della protezione dati personali,
che nel linguaggio anglosassone
è definito Data protection
officer, che tutte le pubbliche
amministrazioni (persino
gli uffici giudiziari) avranno
l’obbligo di nominare. Questa
figura è un professionista unico
nell’ ordinamento europeo. È la
prima volta che l’ordinamento
europeo introduce una nuova
figura professionale obbligatoria
per le Pubbliche Amministrazioni
e tutta una serie di imprese
private. Questa importantissima
figura deve essere messa nelle
condizioni di progettare un
proprio sistema di trattamento
del dato incorporando tutte le misure necessarie, va aiutato
a rinnovare, a manutenere, a rendere progressivamente
sempre efficiente il sistema di protezione. Questo deve
valere per tutti i Ministeri fino alla Asl dell’ultimo comune
italiano e, appunto, agli uffici giudiziari, avendo il legislatore
italiano (che su questo punto disponeva di un margine
di discrezionalità) ritenuto un ausilio per questi ultimi la
possibilità di avvalersi di tale figura professionale. Essa dovrà
essere il punto di collegamento fra il titolare e l’Autorità.
Ormai da mesi stiamo tenendo molte riunioni per tutto il
Paese con l’obiettivo di aiutare Amministrazioni centrali ed
enti territoriali, in tali adempimenti ma lo abbiamo fatto
prima in sede europea nella Working Party 29 (l’organismo
che riunisce i vertici delle autorità nazionali) e poi lo abbiamo
fatto con linee guida e delle FAQ che abbiamo pubblicato
sul nostro sito. Le università italiane e altri soggetti hanno
promosso Master di formazione perché si calcola che 30-
40.000 saranno i professionisti che in Italia si dovranno
dedicare a questa nuova attività. Inoltre il sistema dei
controlli diventerà nella nostra Autorità un settore più
importante di quanto non lo sia già oggi. Naturalmente più
si spostano sulla fase preventiva gli adempimenti dei titolari
del trattamento, più a noi viene dato spazio per poter svolgere
controlli. L’attività di auditing sarà una di quelle su cui
investiremo risorse che dovranno crescere ancora, nonostante
gli sforzi fatti in questo periodo per avere un organico
maggiore. Sforzi solo parzialmente soddisfatti dalla legge
europea e dalla legge di bilancio. Questa Autorità è destinata
a diventare molto più grande non solo per i compiti attuali,
già rilevantissimi dal punto di vista qualitativo e quantitativo.
Occorrerà che le risorse umane a nostra disposizione siano
incrementate, per rispettare quanto stabilisce il Regolamento
con disposizioni la cui inosservanza può determinare l’avvio
di procedure di infrazione per quei Paesi che non garantiscano
risorse adeguate per le Autorità di protezione dati.
Il Gdpr richiede agli amministratori di assumersi l’onere di
nuove sfide di governo. Da dove possono iniziare per vincere
questa delicata sfida?
Quando uno diventa sindaco, a me mi è capitato di farlo,
non si deve chiedere da dove iniziare. Deve far tutto, deve
fare tutto quello che è indispensabile, deve valutare quali
sono gli obblighi ai quali la legge lo chiama e deve fare in
modo che la sua Amministrazione sia in grado di rispondere.
Questa sfida non è diversa da quella per cui il sindaco deve
anche preoccuparsi che le scuole siano agibili e che le strade
abbiano i semafori. Sono tutti obblighi che fanno parte di chi
assume la responsabilità di governo. Ognuno di noi quando
assume un incarico pubblico deve sapere che ha nella sua
disponibilità una parte importante della libertà dei cittadini
e siccome nessuno di noi è stato chiamato alla responsabilità
contro la propria volontà, anche il Sindaco si adeguerà
e farà quello che deve fare. Consiglierei a un Sindaco di
scegliere nel ruolo di Data Protection Officer una persona di
grandissima competenza, il suo miglior dipendente o, se non
è rintracciabile nel proprio organico, faccia una piccola spesa.
Piuttosto, per i piccoli Comuni che non dispongono di grandi
risorse economiche e professionali, è meglio consorziarsi con
altri Comuni per avere un unico responsabile. È bene sempre
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01-02/2018
| ANNO XV GENNAIO - FEBBRAIO