Previous Page  95 / 100 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 95 / 100 Next Page
Page Background

to di vista. Per riuscire a vedere il

tuo punto di vista, devi cambiare

punto di vista.

3. Se vuoi comprendere quel che un

altro sta dicendo, devi assumere che

ha ragione e chiedergli di aiutarti

a vedere le cose e gli eventi dalla

sua prospettiva.

4. Le emozioni sono degli strumenti

conoscitivi fondamentali, se sai com-

prendere il loro linguaggio. Non ti

informano su cosa vedi, ma su come

guardi.

5. Un buon ascoltatore è un esplora-

tore di mondi possibili. I segnali più

importanti per lui sono quelli che si

presentano alla coscienza come al

tempo stesso trascurabili e fastidiosi,

marginali e irritanti, perché incon-

gruenti con le proprie certezze.

6. Un buon ascoltatore accoglie vo-

lentieri i paradossi del pensiero e

della comunicazione.Affronta i dis-

sensi come occasioni per esercitarsi

in un campo che lo appassiona: la

gestione creativa dei conflitti.

7. Per divenire esper to nell’ar te di

ascoltare devi adottare una meto-

dologia umoristica. Ma quando hai

imparato ad ascoltare, l’umorismo

viene da sé.

Le modalità di ascolto

Quindi, prima ancora che imparare

a comunicare, occorre imparare ad

ascoltare. Possiamo distinguere quattro

diverse modalità di ascolto.

1. Finto ascolto: è quello che adottia-

mo quando non siamo interessati

o non siamo disponibili a quanto

l’altro ha da dirci, ma non ci auto-

rizziamo a esprimerlo chiaramente.

Accade quando ci rifugiamo in un

ascolto ‘di convenzione’, politically

correct, ma totalmente privo di si-

gnificato e di autenticità. Una buona

parte del nostro ascolto quotidiano

si svolge in questa modalità.

2. Ascolto fattuale: è una tipologia di

ascolto attivo in cui sono partico-

larmente interessato ai dati fattuali,

all’osservazione di punti di vista og-

gettivi e circostanziati. Non tanto

a ‘come’ sta l’altro, quanto a ‘cosa’

ha da dire.

3. Ascolto empatico: è la tipologia

di ascolto che adottiamo spon-

taneamente con le persone che

ci stanno a cuore, che emerge in

presenza di maggiore apertura e

sintonia emozionale con l’altro. A

differenza dell’ascolto fattuale, l’a-

scolto empatico è profondo, par-

tecipato e genera intensità nella

relazione. Non si focalizza solo sul

contenuto, ma anche sul processo

e sulla risonanza emotiva.

4. Ascolto generativo: è la tipologia

di ascolto che mette in moto un

processo di connessione ancora

più profonda fino quasi a percepi-

re un dissolversi dei confini in uno

spazio condiviso di silenzio creativo.

Si tratta di un’esperienza unitiva e

profondamente arricchente, sia che

si svolga in ambito lavorativo che

personale.

Evitare derive pericolose

La comunicazione è da un lato la più

grande opportunità che abbiamo di

manifestare ciò che veramente sia-

mo nella nostra unicità e autenticità;

dall’altro lato, non esiste altro pro-

cesso che sia più vitale e essenziale

per generare il successo e l’evoluzio-

ne di un’azienda. Non può esistere

alcun benessere sul piano individuale

o organizzativo che non contempli la

capacità di costruire relazioni sane e

generative. Potremmo dire che, dietro

quasi ogni problematica che si presenta

nella nostra vita, c’è un tema legato

a una comunicazione disfunzionale.

Di fronte a situazioni difficoltose sul

piano relazionale, in assenza di spe-

cifiche competenze, si finisce spesso

per adottare tre strategie tutte dan-

nose: da un lato ci si ritira dentro noi

stessi e si cade nel silenzio. Un silenzio

tutt’altro che quieto e pacificatore che

anzi spesso alimenta emozioni di fru-

strazione e risentimento. Dall’altro, al

contrario, cediamo all’incalzare delle

emozioni ‘calde’ e scegliamo una mo-

dalità aggressiva che invece di risolvere

il tema genera negli altri atteggiamenti

difensivi e distanza. La terza via è quel-

la della resistenza, una sorta di ‘pace

armata’ in cui l’energia è ostacolata. In

tutti i casi, ciò che rimane è una spia-

cevole sensazione di ‘incompletezza’,

che di volta in volta prende la forma

di frustrazione, rabbia, separazione e

distanza. Ogni situazione non risolta

che ci lasciamo alle spalle è un ‘file’ che

rimane aperto nella nostra mente, che

occupa spazio e drena energia.

Nel prossimo numero tratteremo di

come uscire dalle trappole del silen-

zio, della rabbia e della resistenza. Ri-

stabilire il fluire della comunicazione

autentica è come ridare vitalità a noi

stessi, alle relazioni e alle organizza-

zioni di cui siamo parte, per riscoprire

gioia, entusiasmo e creatività.

METODI E PERCORSI DI CAMBIAMENTO

93

ottobre-novembre 2017

© iStock - manop1984