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ella scelta di un rack da installare in un data center

influiscono molti fattori che non sempre vengono

considerati. Da una analisi qualitativa con un po’ di sensi-

bilità apprezziamo l’aspetto estetico e le finiture, ma chi

‘progetta e gestisce le sale IT’ sa che il valore del rack è

quello di ospitare e proteggere i sistemi che permettono il

corretto funzionamento dei data center e delle nostre reti.

Quindi scegliere un rack su considerazioni non oggettive e

badando al solo costo è un atteggiamento che nel medio

termine evidenzierà effetti negativi.

In questo breve articolo vogliamo discutere di un argo-

mento poco trattato rispetto alle caratteristiche proprie

dei rack quali: struttura portante, cablaggio e in generale

dotazione dei complementi studiati per garantire flessibi-

lità alla infrastruttura. Cercheremo quindi di capire, con

un alcuni elementi di fisica tecnica e con alcune ‘assunzio-

ni’ tipiche della ingegneria cosa accade quando installia-

mo un apparato attivo nel nostro rack con

l’accortezza che l’apparato installato non

dovrà avere emissioni elettromagnetiche

significative.

È di interesse comprendere, in caso di ‘ma-

jor fault’ dell’impianto di condizionamento,

quale potrà essere il tempo di raggiungi-

mento della temperatura massima ammis-

sibile all’interno del rack non più raffred-

dato dall’aria proveniente dai sistemi Crac

(computer room air conditioner) e Crah

(computer room air handler).

Per il nostro “percorso” ipotizzeremo che:

– L’aria sia un gas ideale; le trasformazioni

termodinamiche considerate ‘lavorano’

a pressioni lontane dal punto critico di

3,77MPa.

– I calori specifici a pressione e volume costante non di-

pendano dalla temperatura in quanto saremo in pre-

senza di trasformazioni termodinamiche con escursioni

termiche limitate; li assumeremo costanti e pari al loro

valore medio nell’intervallo di variazione di temperatura.

I valori sono reperibili in qualsiasi manuale, generalmente

nelle appendici.

– Le pareti del rack siano adiabatiche e indeformabili, con-

sideriamo il ‘sistema chiuso’ e l’aria subirà una trasforma-

zione isocora; il tutto avverrà in condizioni stazionarie.

Un caso reale

Come esempio è stato preso un rack tra i più nuovi oggi

presenti sul mercato prodotto da EAE. Si tratta di un ap-

parato da 45 Rack Units (1 RU = 4,54 mm), il modello

Kabin PLUS Data Center Rack Cabinet che dovrà essere

installato in una delle file del data center.

L’apparato ospitato all’interno del rack sarà

un server con un assorbimento massimo

di 770 W e una temperatura massima

di funzionamento pari a 40°C; si ricorda

che la temperatura massima ammissibile

dall’elettronica la assumiamo pari a 80°C

= 353,15 K.

ll data center è dimensionato per una po-

tenza di 5 kW/rack e la distribuzione elet-

trica è in corrente alternata monofase alla

tensione di 230V; ciascuna posizione della

fila, dove verranno installati i rack, ha come

‘demarcation point’ due prese IEC 60309

da 32A 2P+T (A+B) e l’assorbimento è

letto da un multimetro digitale che può

remotizzare i dati rilevati.

Il ‘meter’ e le prese IEC sono contenuti nel-

Federico Di Carlo, responsabile

nazionale di Anfea – Associazione

Nazionale Fisica e Applicazioni

Cosa succede se si guasta l’impianto di condizionamento? I calcoli da fare per capire come evitare

il surriscaldamento degli apparati attivi.

CONSIDERAZIONI

‘TERMICHE’ RELATIVE

A SERVER E A RACK

Federico Di Carlo*

DATA CENTER

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ottobre-novembre 2017