la cassetta di derivazione EAE Kop Data (125) installata
sulla blindosbarra.
Le ulteriori informazioni utili per la definizione del pro-
blema sono:
– L’ambiente è caratterizzato da: Tamb = T1 = 24°C =
297,15 K e una pressione di 100 kPa (1 bar
≈
1 atm) e
Umidità Relativa (RH%) del 50%.
– I sistemi Crac e Crah sono alimentati da rete e gruppo
elettrogeno.
– Le dimensioni interne del Kabin PLUS Data Center Rack
Cabinet 45 RU sono 745 mm (W) x 1.051 mm (D) x
2.009 mm (H).
– Le dimensioni del server sono: 429 mm (W) x 758 mm
(D) x 43 mm (H) cioè un volume di 0,014 m
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che cor-
risponde a circa l’1% del riempimento, in volume, del
rack.
In quanto tempo deve intervenire
il gruppo elettrogeno
Avvenuto il guasto che causa il fermo dell’impianto di
condizionamento, in attesa che il gruppo elettrogeno si
avvii dal ‘corridoio freddo’ ove presenti le griglie di area-
zione, non viene immessa aria trattata in ambiente. Nel
rack il volume non varia e si può ipotizzare che il volume
interno occupato dall’aria, costante durante il transitorio
di riscaldamento, sia:
La massa di aria può essere calcolata mediante le equa-
zioni di stato dei gas in cui assumeremo che la costante
dei gas sia pari a
ovvero
Possiamo così stimare l’energia termica assorbita dall’aria
per portare la sua temperatura da valore T1 = Tamb =
24°C al valore massimo tollerabile dall’apparato Tmax =
40°C utilizzando il primo principio della termodinamica
(lavoro nullo in quanto è nulla la variazione di volume).
Dalle tabelle delle proprietà dell’aria umida ricavo l’entalpia
(calore totale) alle temperature di interesse
e alla Tmax
ovvero, per la nostra massa d’aria, una variazione di ener-
gia di
La massima potenza termica rilasciata dal server è data
dall’integrale dissipazione in calore, per effetto Joule, della
potenza elettrica assorbita.
Quindi il tempo in cui raggiungiamo nel cabinet la tem-
peratura massima ammissibile è stimato nel rapporto tra
energia termica da fornire all’aria e potenza termica, co-
stante, rilasciata dal server.
Ovvero avremo un potenziale danno all’apparato dopo 2,30
minuti che all’interno del rack l’aria avrà raggiunto gli 80°C.
Queste semplici considerazioni giustificano un’adeguata
ventilazione dei ‘corridoi freddi’ a temperatura opportu-
na, ottenuta grazie all’attivazione del gruppo elettrogeno,
visto che dal fermo dei condizionatori di sala passano
pochi secondi al potenziale danno delle apparecchiature
elettroniche. La portata d’aria che dovrà essere immessa in
ambiente dalle griglie di fronte al rack (corridoio freddo)
sarà inizialmente almeno (per una differenza di tempera-
tura di 10 gradi) pari a 0,41 m
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/s in quanto il data center
è dimensionato per una potenza 5kW/Rack.
Considerazioni generali
Oltre alla determinazione del tempo di raggiungimento
della temperature critica dell’aria all’interno di un rack è
di interesse calcolare anche il tempo in cui tutta la sala
data center (l’analisi quindi è sulla temperatura raggiunta
dall’aria presente nella sala) raggiunge parametri micro-
climatici non adeguati al corretto funzionamento degli
apparati installati.
In questo caso la nostra attenzione si porrà sul numero
dei rack installati, al loro effettivo assorbimento e ai m
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della sala stessa nonché agli elementi costruttivi della sala
stessa. Per sale destinate a uso data center in edifici già
esistenti mediamente con aria in ingresso al rack di 20°C
e una densità di carico paria a 1,5 kW/m
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la temperatura
critica di 40°C è raggiunta dopo circa 20 minuti.
Al fine di ottenere un proficuo monitoraggio ambientale
e ottenere eventuali allarmi al superamento dei set point
in tempo utile è consigliabile, per gestire le criticità, l’instal-
lazione di complementi al rack scelto quali il modulo che
misura la velocità dell’aria in uscita dalle griglie di areazio-
ne del ‘fronte’ freddo della fila e il modulo per la misura
della temperatura ed umidità dell’aria. Per le installazioni
stand alone in ‘colocation facility’ è previsto anche il mo-
dulo accessorio per la rilevazione incendi.
* Responsabile nazionale di Anfea
Associazione Nazionale Fisica e Applicazioni
Chi è Anfea
L’Associazione Nazionale Fisica e Applicazioni (Anfea), nata
nel 2008, è un’associazione senza fine di lucro di Fisici attivi
nella valorizzazione della propria scelta professionale, nella
promozione dello sviluppo della fisica e della ricerca scien-
tifica e nell’innovazione dei rapporti tra scienza e società.
Per maggiori informazioni:
www.anfea.itDATA CENTER
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ottobre-novembre 2017