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I

possibili utilizzi dell’Internet of Things spaziano dalla tra-

sformazione delle operazioni di business alla generazione

di nuove entrate. E stanno avendo un effetto dirompente

sulle aziende in fase di evoluzione verso il business digi-

tale. Mentre l’impatto della tecnologia sulle organizzazio-

ni è ancora allo stato embrionale, vantaggi e risultati dei

progetti IoT interni ed esterni sono sempre più evidenti.

In un’indagine svolta nel 2016 da Gartner nelle zone ge-

ografiche più industrializzate del mondo (Cina, Germania,

India, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti) si è riscontrato

che le principali iniziative IoT interne rispondevano a temi

di ottimizzazione operativa, quali ad esempio la gestione

del workflow, la supply chain e la gestione dell’inventory. Le

principali iniziative IoT esterne si focalizzavano invece sulla

creazione di prodotti connessi per consentire alle aziende

di raccogliere dati relativi ai clienti. Niente fa pensare che

in Italia la situazione sia diversa e che l’IoT, tra le tecnologie

abilitanti Industria 4.0 (e la sua evoluzione Impresa 4.0),

non stia avendo lo stesso impatto.

In ambiente fabbrica una delle trasformazio-

ni più importanti riguarda la manutenzione

predittiva dei centri di lavoro robotizzati che

porta ad abbandonare il paradigma della ma-

nutenzione ‘a guasto’ (quando la macchina

si rompe) e della manutenzione ‘preventiva’

(secondo cicli di manutenzione programmati

nel tempo indipendentemente dallo stato

della macchina). Intervenire solo un poco

prima che la macchina si fermi o perda si-

gnificativamente di efficienza permette di

risparmiare ore lavoro e fermi macchina

che in una grande fabbrica possono avere

la dimensione di milioni di euro.

Di cosa sta avvenendo nelle fabbriche ita-

liane dal punto di vista di un produttore

utilizzatore di macchine abbiamo parlato con

Domenico

Appendino

, vice presidente di Prima Industrie, presiden-

te dell’Associazione Italiana di Robotica e Automazione

(SIRI) e consigliere UCIMU, associazione dei produttori

di macchine utensili.

L’Italia è un punto di riferimento nella produzione di

macchine utensili, quali sono secondo lei gli ingredienti

di questo primato?

L’Italia è la seconda nazione produttrice di macchine utensili

e di robot in Europa dopo la Germania: nel nostro Paese

esiste un tessuto industriale profondo e diffuso da molti

anni che si è generato e alimentato grazie all’inventività,

all’intelligenza e alla flessibilità caratteristiche tipiche della

cultura italiana. Anche in questi ultimi anni in cui c’è stata

un’ascesa molto grande dell’Asia in questo settore e mol-

te aziende di macchine utensili in Italia sono scomparse o

sono state acquistate da gruppi asiatici, nel nostro Paese

continua a esistere un gruppo di aziende

fortemente esportatrici che continuano a

fornire soluzioni nuove e flessibili al mer-

cato, differenziandosi e primeggiando per

queste caratteristiche.

Industria 4.0 e ora la nuova fase di Impre-

sa 4.0 vi vedono protagonisti dell’innova-

zione verso i vostri clienti e contempora-

neamente destinatari-utenti delle nuove

tecnologie che abilitano il cambiamento:

come cambiano i prodotti che vendete e

gli strumenti che usate?

Prima Industrie è sempre stata un’azienda

innovatrice fin dalle sue origini e si può con-

siderare una protagonista ante litteram nel

settore che oggi è chiamato Industria 4.0.

Domenico Appendino,Vice

Presidente Prima Industrie SpA,

Presidente SIRI e Consigliere UCIMU

Infrastrutture IT immateriali sempre più potenti e sistemi IoT anche molto economici aprono

le porte all’immaginazione. Perché si possono condividere grandi banche dati e utilizzare potenza

di calcolo residente ‘altrove’ rispetto alle macchine. Ne abbiamo parlato con Domenico Appendino

di Prima Industrie.

RETI VELOCI E IOT

CAMBIANO LA FABBRICA

Michele Ciceri

INDUSTRIA 4.0 & IOT

60

ottobre-novembre 2017