
Sharing Economy
Perché l’economia collaborativa
è il nostro futuro
di Davide Pellegrini
2017, Ulrico HOEPLI
> Euro 12,90
Il punto di partenza è lo stesso: la forza del
media digitale, in grado di interconnettere
informazioni, luoghi e persone, sta tra-
sformando la nostra vita e i contesti in cui
operiamo. Ma D.Pellegrini, abbandonando
velocemente il termine di sharing economy e prediligendo quello di econo-
mia collaborativa, introduce una visione più ampia, approfondendo anche gli
aspetti socio -culturali e cogliendo un cambiamento più radicale.
L’economia collaborativa non solo rivoluziona l’economia ed il modo di con-
sumare prodotti e servizi, ma diventa la risposta a un bisogno più grande.
Nasce infatti come risposta dal caos della contemporaneità e dalla profonda
esigenza di consolidare un’identità condivisa con membri del proprio gruppo.
La parola d’ordine è cambiamento collettivo, testimoniato nel libro con esempi di
imprese e associazioni che desiderano davvero costruire una catena del valore.
Quindi i nomi sono diversi rispetto ai soliti citati; troviamo così Base Gaia
di Milano, Casa Netural di Matera, Rural Hub di Cavanico, Gnammo di
Milano, Guide me Right e tanti altri ancora.
Vengono definiti
“avamposti fatti di relazioni e scambi di prossimità”
che
prendono molto dall’entusiasmo, dall’empatia delle persone e dal profondo
desiderio di contribuire tutti insieme a favorire un cambiamento sociale.
Interessante è la coniugazione che si crea tra piattaforma digitale, comunità
di persone ed il territorio e molto spesso è proprio il territorio, con la sua
unicità o problematiche, a generare la motivazione e l’impulso aggregativo.
Lo sforzo è quello di guardare oltre il concetto di scambio e di consumo e co-
gliere le dinamiche di una società in difficoltà, svuotata di valore alla ricerca
di una via di fuga e una strada verso il futuro e che facendo leva sul concetto
noto da comunità di persone diventa rete nella realtà digitale.
Contrariamente al luogo comune che il digitale allontana dalle realtà ed isola
gli individui, D.Pellegrini conclude il suo libro con una nota controcorrente:
“La sharing economy ha il potere di ricostruire i rapporti tra le persone e di
unirle su temi dell’urgenza del cambiamento, riesce a mettere in contatto tra
loro le diversità e a restituire un senso di gruppo!”
La piattaforma digitale e il digitale in genere non sono più citati, perché
com-
modity
rispetto ai fini per cui sono usati.
Non ci resta che riflettere e ricercare quale nuovo senso dare a questa no-
stra società disorientata, alla ricerca d’identità.
Pubblica amministrazione digitale.
Innovazioni e tecnologie al servizio
del cittadino
di William D. Eggers
2017, Hoepli
> Euro 19,90
“…a tutti gli innovatori digitali, sia dentro
sia fuori la Pubblica Amministrazione, che
stanno cercando con tutte le loro forze di
traghettare il servizio pubblico nell’era di-
gitale, mettendo in campo una combinazio-
ne di visione, perseveranza e coraggio.”
Questa è la dedica che introduce al libro di W.Eggers, un’autorità per quanto
riguarda la riforma delle Istituzioni Pubbliche e che già in queste prime bat-
tute anticipa il senso del suo libro: la tecnologia è essenziale, ma se non si
innesta in un tessuto culturale preparato e in un’attitudine al cambiamento a
poco valgono gli sforzi nell’adottarla. Partendo da queste premesse il libro si
articola in capitoli dedicati all’hacking di alcune funzioni fondamentali, come
le assunzioni, formazione, gestione appalti, sviluppo di nuovi servizi e la sicu-
rezza alternati da capitoli “playbook” che hanno l’obiettivo pratico e semplice
di strutturare e suggerire alcuni passi operativi.
Il libro coniuga l’attitudine a saper guardare fuori dal sistema e costruire in
modo diverso ed alternativo (hacking) con la capacità di realizzare in modo
efficiente e veloce, secondo una logica agile, trovando così in queste due ani-
me la chiave di volta per indirizzare una radicale trasformazione della Pub-
blica Amministrazione.
Il rimando all’Estonia o E-stonia , un piccolo paese con poco più di un milio-
ne di abitanti che ha deciso di digitalizzarsi diffusamente offrendo ai propri
cittadini un’unica identità digitale e trovando nella tecnologia il mezzo per
amplificare ed innalzare la propria produttività ed efficienza, è senz’altro uno
stimolo interessante per quelle amministrazioni che non riescono a sradi-
carsi da sistemi tradizionali.
Attraverso esempi, errori e fallimenti di note amministrazioni pubbliche, Eg-
gers cerca di indicare la via su come andare al di là della erogazione di servizi
digitali e quindi riprogettarli da zero esplorando nuovi modi per realizzarli.
Il punto di partenza è mettere al centro il cittadino, ma andando oltre, perché
in un mondo iperconnesso dove vi è apertura ed interazione è importante
saper costruire la relazione ed i servizi secondo una logica di “user experien-
ce”. Qui sta lo snodo principale che richiama all’agilità e semplicità da un lato
e che presuppone, dall’altro, un enorme sforzo di integrazione tra funzioni,
dipartimenti e database. L’obiettivo è giungere a disegnare una PA “orizzon-
tale” capace di semplificare, leggere e tradurre in valore i dati dispersi nella
rete complessa dell’organizzazione.
Mentre il sogno è avere una Pubblica Amministrazione cognitiva che rappre-
senti un sistema intelligente in grado di apprendere ed adattarsi unitamente
agli altri sistemi. I dipartimenti devono imparare dalle interazioni con i dati e
con gli esseri umani e quindi riconfigurarsi di continuo per ottenere migliori
risultati e rispondere al meglio alle esigenze dei cittadini. In conclusione niente
di nuovo se non un’ulteriore testimonianza e conferma che non basta essere
al passo del cambiamento, ma che bisogna anche essere in grado di adattarsi
costantemente alle rapide evoluzioni che il mercato e la società stanno impo-
nendo. E tutto questo è possibile se si è disposti ad infrangere qualche regola
cioè a superare e scardinare standard e procedure ormai desueti.
69
innovazione.PA
|
01-02/2018
| ANNO XV GENNAIO - FEBBRAIO