Previous Page  10 / 84 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 10 / 84 Next Page
Page Background

8

Officelayout 169

aprile-giugno 2017

IN PRIMO PIANO

Dallo smart working al social recruitment, dai

trend di selezione alle politiche retributive, fino

alle previsioni sulle tendenze occupazionali

dei prossimi mesi. Questi i temi affrontati nel-

l’edizione 2017 della Hays Salary Guide, l’in-

dagine annuale sull’andamento del mercato del

lavoro in Italia, condotta da Hays – uno dei lea-

der nel recruitment specializzato – coinvolgen-

do un campione di 250 aziende e 1.400 pro-

fessionisti.

Con la nuova edizione il gruppo ha approfon-

dito il

tema dello smart working

.

Dall’indagine emerge che ben 8 professionisti

su 10 (82%) sarebbero felici di lavorare da

casa, tuttavia solo il 35% delle imprese af-

ferma di offrire ai dipendenti la possibilità di

lavorare “da remoto”. In ogni caso, è certo

che il fenomeno ha risvolti positivi sia per le

aziende – che nel 67% dei casi hanno regi-

strato un incremento nella produttività, oltre

a una diminuzione dei costi fissi per la gestio-

ne degli uffici tradizionali (21%) – sia per i pro-

fessionisti. Questi ultimi annoverano fra i van-

taggi la maggiore autonomia organizzativa

(33%), la riduzione dei tempi e costi sul tra-

gitto casa-lavoro (28%), oltre a un migliore

equilibrio fra lavoro e vita privata (25%).

Fra le aziende italiane che consentono lo

smart working, il 91% fornisce gli strumenti

tecnologici necessari per il lavoro smart: a li-

vello di device, PC e smartphone sono tra i

più gettonati, rispettivamente con il 93% e

82% delle preferenze.

Ma quali sono le tecnologie utilizzate dai pro-

fessionisti quando lavorano in mobilità? Il

43% del campione dichiara di utilizzare App

di Instant Messaging (in primis, WhatsApp e

Skype), il 28% la tecnologia Cloud e il 14%

i Social Media Aziendali, come ad esempio

Yammer.

Smart Working

tanti lo vogliono, pochi lo offrono

Secondo i dati raccolti nella Hays Salary Guide 2017, l’82% dei professionisti italiani

sarebbe felice di lavorare da remoto, ma meno di 4 aziende su 10 offrono questa

modalità di lavoro

di Gaia Roggi Zurla

Analizzando i dati relativamente al livello pro-

fessionale, si evince come sia il middle ma-

nagement a optare maggiormente per il “la-

voro agile” (42%); percentuali nettamente in-

feriori per junior e top management (rispet-

tivamente al 20% e 14%).

Previsioni per il 2017

Nonostante la crescita economica prosegua

in maniera contenuta, un quarto delle azien-

de intervistate da Hays dichiara che per il

2017 aumenterà il livello di investimenti in

HR. La ricerca di personale si focalizzerà su

profili tecnici o di middle management

(75%), professionisti con una breve esperien-

za professionale (47%), oltre a tirocinanti e

apprendisti (42%). Di contro il 64% del

campione non ha pianificato nuovi ingressi

in organico per l’anno in corso.

Ma che anno sarà il 2017 per i professio-

nisti italiani?

Il 62% del campione vorrebbe cambiare la-

voro nei prossimi mesi. Tra le motivazioni,

una maggiore soddisfazione professionale

(69%), una migliore prospettiva di crescita

(67%) e un aumento retributivo (57%).

II social recruitment

I dati dell’indagine Hays sembrano confer-

mare una tendenza già in atto da un paio

d'anni: sempre più aziende (56%) eseguono

in fase di selezione uno screening dei profili

social del candidato. I motivi sono molteplici:

si va dall’esigenza di avere una visione più

completa del professionista (93%) alla pos-

sibilità di accertare eventuali attitudini pro-

fessionali attraverso la partecipazione a

community (33%), dall’individuazione di

possibili incongruenze nelle esperienze di la-

voro dichiarate (32%) all’opportunità di in-

formarsi sulla rete dei contatti professionali

del candidato (30%).

Tra i Social Media più utilizzati nell’attività di

recruiting, il 99% delle aziende campione im-

piega LinkedIn, il 60% consulta Facebook,

il 19% Instagram, mentre un altro 19%

controlla se il candidato ha un proprio blog.

Occorre evidenziare che le informazioni re-

peribili dai profili social del professionista non

Sempre più aziende eseguono uno screening dei

profili social del candidato. In fase di selezione, l’83%

delle aziende mette al primo posto una solida

esperienza maturata sul campo, seguita da ottime

referenze e dal titolo di studio