marzo 2012
office automation
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Il Disaster Recovery 2012 Index promosso
dalla società evidenzia dei miglioramenti,
ma emergono nuove criticità.
L’allarme di
Acronis
sul backup
A detta degli esperti di sicurezza il
2011 è stato uno degli anni più
turbolenti mai registrati a livello di
sicurezza e in genere per l’IT, ma
nonostante questo è in aumento la
fiducia delle imprese di tutto il
mondo nelle proprie capacità di
ripristino dei dati e dei sistemi a
seguito del verificarsi di un’emer-
genza.
Un giudizio che emerge come
netto e inequivocabile dalla re-
cente indagine Acronis Global Di-
saster Recovery (DR) Index 2012,
secondo la quale le aziende si mo-
strano in media più fiduciose - il
14% in più rispetto all’anno pre-
cedente - nelle proprie capacità
di backup e disaster recovery. La
chiave di questo incremento sta
nei miglioramenti percepiti nella
disponibilità di risorse adeguate
(strumenti e ambiente) e delle tec-
nologie adatte per implementare
tali attività. La sola fiducia in que-
sti due criteri è più che raddop-
piata negli ultimi 12 mesi a livello
globale.
Sta di fatto che le cose sembrano
che stiano cambiando in positivo,
almeno su alcuni fronti. Il 66%
delle aziende, infatti, dichiara di
verificare con maggiore regolarità
i piani di backup e ripristino
d’emergenza, forse anche come
conseguenza degli eventi naturali
catastrofici dell’anno passato, che
hanno colpito molte parti del
mondo tra cui l’Italia. “L’indagine
suggerisce che in tante aziende gli
eventi del 2011 hanno agito da
catalizzatore di cambiamenti posi-
tivi per quel che riguarda i test
effettuati sulle attività di backup e
attenzione, e quindi non garanti-
sca il supporto necessario, alle at-
tività di backup e ripristino.
Ma uno degli aspetti più critici
emersi, che nel futuro hanno la
maggiore potenzialità di rappre-
sentare dei rischi molto seri per le
aziende, sono le attività di backup
e ripristino svolte in ambienti vir-
tualizzati e cloud.
Per il secondo anno, infatti, la
grande maggioranza (76%) dei
manager IT interpellati in Italia,
ma il dato è simile per tutto il Sud
Europa, concorda sul fatto che il
maggiore ostacolo in un contesto
ibrido sia lo spostamento dei dati
tra ambienti fisici, virtuali e cloud.
Eppure l’indagine rivela che molte
aziende non hanno ancora unifi-
cato i propri strumenti dedicati a
queste funzioni al fine di affron-
tare tale problematica. La maggior
parte si affida a tool diversi e oltre
un terzo (33%) delle aziende ita-
liane usa tre o più soluzioni diffe-
renti per proteggere i propri dati.
Oltre due terzi (63%) applicano
soluzioni distinte per gli ambienti
virtuali e per quelli fisici.
“Nonostante i numerosi aspetti
positivi rilevati dall’indagine, per-
sistono numerosi aspetti negativi a
livello strategico – afferma Mauro
Papini – come il mancato sup-
porto da parte dei team manage-
riali e l’impiego di più soluzioni
disgiunte, soprattutto per quel che
riguarda la protezione, la sicurezza
e la disponibilità immediata delle
risorse digitali strategiche dell’or-
ganizzazione, in un mondo ormai
ibrido”.
R.V.
ripristino d’emergenza”, com-
menta
Mauro Papini
, country
manager di Acronis Italia.
Troppe soluzioni in ogni
sistema informativo
Nonostante il miglioramento ge-
nerale nel livello di fiducia che ri-
sulta dall’indagine condotta su
circa 6.000 PMI di 18 Paesi, emer-
gono però anche altri risultati
meno positivi che mettono in evi-
denza criticità ancora da risolvere.
Per esempio, le aziende italiane
passano dal 12° posto nel 2010 al
16° nella classifica globale sulla
fiducia nelle soluzioni di backup e
disaster recovery. A livello globale
invece i budget dedicati ai due
temi sono rimasti invariati e rap-
presentano circa il 10% dell’intera
spesa destinata all’IT. Nel 50%
delle aziende italiane, infine, i ma-
nager IT segnalano come il top
management non presti la giusta
Mauro Papini, country manager
di Acronis Italia