Sanità Digitale

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06 Luglio 2022 dalle 10:00 alle 12:00

Sanità Digitale

La robotica

FORMULA WEBINAR

Per informazioni: Alessia Pesce
alessia.pesce@soiel.it - 02 30453323

Sanità Digitale (leggi l'articolo completo)

Il 6 luglio si è svolta una nuova edizione della conference dedicata alla Sanità Digitale che ha affrontato questo argomento da diversi punti di vista: tecnologico, metodologico e legale. Il tema conduttore è stato quello della robotica in ambito medicale, che sta crescendo piuttosto velocemente nonostante i costi ancora elevati. Ma la strada è spianata per uno sviluppo che comporta solo vantaggi per la collettività. [...]

Hanno partecipato:

  • Sara Bravi, Avvocato - Studio Legale Astolfi e Associati
  • Roberto Vozzi, Sales e Account Manager PA ABS – Gruppo Retelit
  • Paolo Ravazzani, Direttore dell'Istituto di Elettronica e di Ingegneria dell'Informazione e delle Telecomunicazioni – CNR
  • Pierluigi Bove, Direttore U.O. Urologia presso l'Ospedale San Carlo di Nancy - GVM Care & Research

 

Overview

L’aumento della rilevanza e dell’impiego dei robot nella Sanità emerge anche dai numeri.

Secondo il World Robotics 2021, report dell’International Federation of Robotics, infatti, il mercato dei robot per il servizio professionale avrebbe generato nel 2020 un fatturato, a livello mondiale, di 6,7 miliardi di dollari, con una crescita del 12% rispetto all’anno precedente.
Una dinamica in cui il settore medico è grande protagonista: è uno dei 5 comparti principali coinvolti e rappresenta il 55% del fatturato totale, grazie soprattutto alle strumentazioni chirurgiche. Ma si segnala anche un aumento significativo dei robot per la riabilitazione e la terapia non invasiva (nel 2020 hanno rappresentato l’applicazione medica più rilevante in termini di unità vendute).

A favorire questo trend in crescita è anche l’amplissima gamma delle possibili applicazioni che, in ambito sanitario, possono avere le tecnologie robotiche: dalle funzioni più semplici a quelle più complesse, a sostegno di specifiche discipline.

Limitandoci alle principali, si parte, infatti, da quelle che potremmo definire attività di servizio e più routinarie, come ad esempio la distribuzione e l’approvvigionamento di materiali e farmaci all’interno degli ospedali secondo procedure e percorsi standardizzati. Ciò col beneficio di sgravare, almeno in parte, il personale da queste mansioni ripetitive che possono così svolgersi anche mantenendo un adeguato distanziamento interpersonale.
Esistono, poi, robot maggiormente “sociali” che possono interagire direttamente con i soggetti sottoposti alle cure, ad esempio per la terapia di patologie neurologiche, creando un modello più interattivo di trattamento che – per i pazienti – ha vantaggi non solo d’efficacia ma anche emotivi.

L’uso della robotica per la chirurgia e la riabilitazione e il recupero ha un radicamento particolare che merita un approfondimento specifico.

Una delle specialità mediche che può offrire uno specchio più fedele dello stato dell’arte della robotica applicata alla Sanità è la chirurgia.
Essa è stata pioniera in questo settore, tanto che, nel 2021, si celebra il ventennale del primo intervento di questo tipo in Italia.
Basti pensare, come sottolinea anche la Società Italiana di Chirurgia (SIC), che nel 2019 gli interventi di chirurgia robotica sono stati circa 24mila.
Davanti a tutti, quelli che hanno riguardato l’Urologia (67%), seguiti da quelli di Chirurgia Generale (16%), Ginecologia (10%), Chirurgia Toracica e Otorinolaringoiatria.
Un impiego così significativo che ha valorizzato i vantaggi di tali tecnologie per i chirurghi, consentendo loro essere più precisi grazie all’ingrandimento dell’immagine dell’area su cui devono intervenire e sfruttare la rotazione del braccio robotico, superiore a quella della mano umana.
Ma i benefici si registrano anche per i pazienti, con traumi e dolori minori e un’inferiore perdita di sangue che si traducono in una maggiore sicurezza complessiva delle operazioni.
L’implementazione ancora più massiccia dell’uso dei robot potrebbe infatti favorire, quando possibile, un più diffuso svolgimento di questi trattamenti tra le mura di casa abbinato a un controllo rigoroso del terapeuta attraverso la telemedicina. E, con l’evolversi della tecnologia verso strumenti sempre più “smart” e dal semplice utilizzo, potrebbe consentire di portare avanti trattamenti medicalmente avanzati anche in contesti territoriali lontani dai grandi centri che spesso non possono avvalersi di strutture all’avanguardia su tali cure.

A cura di Gian Carlo Lanzetti