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Officelayout 169
aprile-giugno 2017
Nuove frontiere dell’illuminazione
Nuove prospettive nel progetto della luce
Nuove tecnologie di illuminazione, elettronica di controllo e scenari futuri dell’ambiente ufficio, sono alcuni dei temi toccati
nel corso dell’intervista agli architetti
Francesco Iannone
e
Serena Tellini
, fondatori dello studio
Consuline Lighting Design
.
I Led hanno ormai pervaso il mercato
dell’illuminazione, quali sono i più recenti
sviluppi e quali i limiti di questa tecnologia?
Francesco Iannone:
Dopo un primo periodo
durante il quale le aziende produttrici sono
state refrattarie verso l’utilizzo dei Led,
possiamo finalmente dire che oggi tutti sono
saliti sul treno dell’innovazione, merito anche
dell’evoluzione tecnica e qualitativa di questa
sorgente. I Led possono essere controllati
molto bene e questo, assieme alle
caratteristiche intrinseche della tecnologia
come la lunga durata e i bassi consumi, apre
a noi progettisti un mondo infinito di
possibilità. Unico limite è il fatto che si tratta
di una sorgente in continua evoluzione. Le
aziende devono quindi pensare a prodotti che
possano adeguarsi di continuo alle
innovazioni. Crediamo che questa sia una
sfida, ma al tempo stesso un’opportunità per
la quale vale la pena di assumere dei rischi
percorrendo strade inesplorate.
Un’altra grande rivoluzione è quella
introdotta dall’Internet of Things, quali
potenzialità e sviluppi intravvedete?
Serena Tellini:
Nell’ambito dell’illuminazione
stradale l’IoT è già una realtà con apparecchi
a Led trasformati in stazioni di rilevamento
che possono elaborare dati sul traffico
stradale, le condizioni meteo, la quantità di
luce naturale presente e regolare l’emissione
luminosa in automatico sulla base delle
informazioni rilevate. Il futuro è portare
questo approccio dalla scala urbana a quella
dell’edificio, negli uffici l’apparecchio si può
infatti trasformare in un nodo di una rete. Non
parliamo di integrare un semplice sensore,
ma di un sistema evoluto che riconosce
l’utente, magari attraverso una app sullo
smartphone, settandosi sulle sue preferenze.
Quindi attraverso l’IoT, l’impianto della luce
crea un dialogo interattivo tra i fruitori e
l’ambiente. Ma questo non è che l’inizio, in
futuro rilevando dati sulle modalità di
fruizione degli spazi si potranno fornire
informazioni utili ai facility manager per una
gestione più oculata.
È però importante sottolineare che lo sviluppo
delle nuove soluzioni deve essere finalizzato
alla Human Centric Lighting; le persone non
devono “subire” la luce ma poterla dominare.
Gli sviluppi sono infiniti; le luci saranno
sempre più intelligenti e non ci saranno più
differenze tra illuminazione domestica e
illuminazione per gli spazi pubblici.
In che modo queste tecnologie stanno
cambiando il design dei prodotti? Come si
modifica il rapporto tra l’apparecchio e
l’architettura in cui viene inserito?
Francesco Iannone:
Cambia l’approccio al
prodotto, ipotizziamo infatti che per quanto
riguarda l’illuminazione vi saranno sempre
più “componenti” ad abitare lo spazio. I Led
hanno portato a grandi cambiamenti e a una
drastica riduzione delle dimensioni degli
apparecchi. Nuove frontiere possono essere
esplorate grazie agli Oled si tratta infatti di
una sorgente luminosa flessibile, sostenibile,
che in breve tempo potrà avere costi più bassi
e di conseguenza, conquistare ampie fette di
mercato. Ci immaginiamo un futuro fatto di
quadri che sono luce, di finestre che sono
luce. Per il lighting designer si è conclusa
l’epoca in cui la lampada poteva solo essere
appoggiata a terra, posizionata su un tavolo,
appesa al soffitto o al pavimento, perché in
futuro la luce potrebbe non avere più una
connotazione spaziale, non sarà più l’oggetto a
essere protagonista dello spazio, ma la luce
stessa. È un momento d’oro e occorre cogliere
questa occasione unica per fare innovazione.
All’ultima fiera Workspace 3.0 abbiamo visto
come sta cambiando il modo di fruire gli spazi
ufficio. Quali sono i riflessi sul progetto della
luce di un’accresciuta mobilità?
Serena Tellini:
In un panorama dell’ufficio che
si arricchisce di nuove connotazioni e diventa
maggiormente variegato, l’illuminazione non
può più essere risolta con un’ossessiva
ripetizione degli schemi illuminotecnici con
qualche luce d’accento. Nell’ultima edizione di
Workspace 3.0, dove abbiamo progettato
l’illuminazione dell’installazione
“A joyful
sense at work”
, curata dall’architetto
Cristiana Cutrona
ReValue,
è emerso che gli
uffici non hanno più i riferimenti di un tempo,
sono ambienti più contaminati: gli spazi
dedicati al relax e alla condivisione si
mescolano alle aree open space. Per
rispondere alle nuove istanze del progetto le
aziende produttrici dovranno dunque
immettere sul mercato apparecchi che
garantiscano ampia flessibilità d’uso, che
seguano le persone in questa crescente
mobilità. Siamo convinti che il futuro della
luce passi attraverso i sistemi elettronici di
controllo, ma affinché le potenzialità
dell’elettronica siano pienamente comprese è
necessario favorire il dialogo tra produttori e
progettisti. Solo così il progetto della luce
potrà assumere nuovi significati, per esempio
si potranno guidare le persone stabilendo una
gerarchia di illuminamenti all’interno degli
spazi. Non solo la luce può contribuire a
ridurre lo stress nel luogo di lavoro, è però
importante che il lighting designer venga
coinvolto sin dalle prime fasi del progetto.