Previous Page  41 / 84 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 41 / 84 Next Page
Page Background

39

Officelayout 169

aprile-giugno 2017

tre viaggiano in treno o in auto, mentre stanno

in famiglia o mentre passeggiano.

Man mano che i digitali conquisteranno posti

di comando, tutta la mentalità aziendale cam-

bierà e con essa gli uffici che saranno spazi

aperti e fluidi, concepiti per le persone che

hanno effettiva necessità di lavorare insieme fi-

sicamente. Laddove non esiste questa neces-

sità, il lavoro sarà svolto dove è più consono

per il lavoratore.

La destrutturazione del tempo e dello spazio è

la nuova possibilità che consente di ibridare il

lavoro con il tempo libero, lavorando per obiet-

tivi, risparmiando tempo e spazio, riducendo la

micro-conflittualità, l’inquinamento, la conge-

stione e la manutenzione urbana, gli incidenti

sul lavoro e nel traffico.

Come nasce la ricerca “Lavoro 2025” e

come è stata strutturata?

L’idea di approfondire, attraverso un’indagine

previsionale, la riflessione sullo stato evolutivo

del lavoro e sul suo più probabile futuro proiet-

tato al 2025, nasce da due parlamentari del

Movimento 5 stelle, Claudio Cominardi e Ti-

ziana Ciprini, deputati della Commissione La-

voro della Camera.

Per effettuare previsioni di medio periodo, da ela-

borare con una certa rapidità e con sufficiente

affidabilità, è risultata preferibile la metodologia

che va sotto il nome “Delphi”. Come prima tappa

è stato individuato un panel di undici prestigiosi

esperti di lavoro sotto il profilo del diritto, della

sociologia, della medicina, dell’ economia, ecc.

ai quali è stato chiesto di fornire il proprio con-

tributo di idee rispondendo a due questionari,

alla distanza di un mese circa l’uno dall’altro.

Non c’è aspetto del lavoro che non sia stato

analizzato con puntualità e scrupolo, in parti-

colar modo il rapporto tra lavoro e tecnologia,

sindacato, impresa, organizzazione, ecc.

Naturalmente il focus rimane quello dell’occu-

pazione. Aumenterà l’occupazione con le

nuove tecnologie? Come si lavorerà in futuro?

Nel suo libro “Lavorare gratis, lavorare tutti”

propone che i disoccupati irrompano sul

mercato del lavoro offrendo la propria opera

gratuitamente, in modo da portare a una re-

distribuzione dell’occupazione?

Parto dal presupposto ineludibile che non si può

andare avanti con tre milioni di disoccupati e tre

milioni di inattivi; quindi 6 milioni di persone che

vorrebbero lavorare ma non trovano lavoro. È di-

sperante per un giovane vedere che, quando

suona la sveglia alla mattina, il padre esce per

andare a lavorare, la madre esce per andare a

lavorare, e lui è costretto a rimanere a casa.

Cosa si può fare? Credo che in un mondo che

fa dipendere tutto dal lavoro, cioè la possibilità

di consumare, di avere una casa, di sposarsi, di

avere dei figli … togliere il lavoro significa to-

gliere ogni dignità alla persona.

Nel 2000 l’occupazione era al 57,1%; oggi,

dopo 17 anni, si attesta sulla stessa percen-

tuale. Mi sono chiesto come mai. Uno dei mo-

tivi è la quantità di lavoro che facciamo. Se

confrontiamo la situazione italiana con quella

della Francia e della Germania capiamo perché

in quei Paesi c’è meno disoccupazione. In Italia

mediamente si lavora 1765 ore all’anno, in

Francia 1482 e in Germania 1371. Quindi un

Italiano fa 243 ore più di un francese e 354 ore

più di un tedesco. Se gli italiani lavorassero se-

condo le ore dei francesi avremmo pratica-

mente 4,5 milioni di posti di lavoro in più; se

lavorassimo con l’orario dei tedeschi, i posti di

lavoro in più sarebbero 6,5 milioni.

Ma come fare affinché gli occupati cedano un

po’ di ore di lavoro ai disoccupati? La mia è una

proposta di rottura, che mira a creare uno

shock nel mercato del lavoro, oggi immobile.

Penso infatti che per realizzare l’obiettivo “la-

vorare meno per lavorare tutti”, ai disoccupati,

che non hanno nulla da perdere tranne la di-

soccupazione, non resti altra scelta che scom-

paginare lo status quo, offrendo gratuitamente,

attraverso una piattaforma informatica, le loro

prestazioni a chiunque ne abbia bisogno. Que-

sto, naturalmente, non a tempo indeterminato

ma come momento di protesta, simmetrico a

quello in cui i lavoratori scioperano. Come i la-

voratori occupati per protestare, sospendono

il proprio lavoro per uno o più giorni, così i la-

voratori disoccupati, per protestare, lavorano

gratuitamente per uno o più giorni. In tal modo

la legge della domanda e dell’offerta verrebbe

rapidamente smantellata e, per porre rimedio

e uscire da questa situazione critica, il sistema

sarebbe costretto a venire a patto con i disoc-

cupati ridistribuendo le ore di lavoro in modo

equo tra tutti gli offerenti.

Un altro tema a lei caro è quello di ”ozio

creativo” …

Nella società post-industriale in cui la creati-

vità predomina sulla esecutività, l’ozio, visto

per lo più come un momento infruttuoso, può

trasformarsi in una risorsa preziosa, che ci

permette di guardare le cose da una prospet-

tiva diversa.

Va fatta una distinzione rispetto al lavoro

dell’operaio legato al concetto di fatica, il la-

voro impiegatizio che è intellettuale ma di

tipo esecutivo, e il lavoro intellettuale di tipo

creativo svolto dagli scienziati, dai manager,

dai giornalisti, ecc. Si tratta di funzioni

espressive per loro natura, che non si pre-

stano a essere imbrigliate in luoghi, proce-

dure, tempi e ritmi predefiniti rigidamente.

Essi possono esprimersi ovunque e dovun-

que, attraverso un’attività che può essere ri-

condotta al concetto di “ozio creativo” in cui

lavoro, studio e gioco si confondono tra loro,

si destrutturano nel tempo e nello spazio, si

femminilizzano, si organizzano per obiettivi,

dipendono soprattutto dalla motivazione.

Nella società postindustriale dunque è pro-

prio l’“ozio creativo” ad assumere un ruolo

da protagonista, permettendoci di cambiare

le nostre abitudini grazie anche alle nuove

possibilità offerte dalla tecnologia e dall’in-

novazione. In modo da riappropriarci final-

mente dei nostri spazi e costruire una realtà

in cui trovare il punto d’incontro tra lavoro,

tempo libero e qualità della vita.

La pubblicazione “Lavoro 2025. Il futuro

dell’occupazione (e della disoccupazione)”

inquadra le questioni fondamentali al centro di

quel delicato meccanismo di equilibrio tra

domanda e offerta che è il mondo del lavoro. Una

prima parte – La questione lavoro – descrive la

fase di passaggio dalla società industriale a quella

postindustriale e sintetizza le previsioni al 2025 di

alcune variabili macrosociali, fornendo le basi per

ipotizzare come cambierà il lavoro. La seconda

parte – I futuri possibili – raccoglie le riflessioni

degli esperti sui temi proposti. Mentre, nella terza

parte – Lo scenario più probabile – è riassunto il

succo della ricerca. Una lettura indispensabile per

capire l’occupazione di domani.