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Sentiment analysis

GDPR: una questione di cultura

La prima legge italiana per la tutela della privacy, riguardo la protezione del-

le informazioni personali, risale all’8 Maggio 1997. Ai tempi era percepita

come qualcosa destinata a giuristi o esperti informatici ma in questi anni

abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione digitale che ne ha confer-

mato la necessità; solo per fare un esempio qualsiasi movimento compiuto in

rete lascia delle tracce e il concetto di dato personale si avvia a diventare un

vero e proprio bene di scambio.

Vent’anni dopo, il 25 maggio 2018, entra pienamente in vigore il Regolamento

generale sulla protezione dei dati personali (GDPR) con lo scopo pricipale di

armonizzare la regolamentazione in materia di protezione dei dati personali

all’interno del territorio dell’Unione.

GDPR, ma anche identità digitale e data privacy sono argomenti partico-

larmente sentiti in rete e in particolare su Twitter sono tema di dibattito

con più di 4.000 post scambiati dal 15 dicembre 2017 al 20 febbraio 2018.

A seguire i temi principali che hanno contraddistinto le conversazioni di

più di 5.000 utenti unici.

Cultura

Per usare le parole di Antonello Soro, presidente dell’autorità garante per la

protezione dei dati personali, “la capacità di proteggere i dati personali deve

rappresentare per le imprese non tanto e non solo un obbligo giuridico quan-

to, piuttosto, un requisito preferenziale, un asset competitivo” che aiuterà la

diffusione di quella “cultura della privacy” necessaria per promuovere, svi-

luppo economico e libertà, efficienza amministrativa e dignità della persona.

Accountability e pseudonimizzazione

L’

accountability

(responsabilizzazione) è una delle novità accolte più positivamen-

te. Il titolare di un trattamento diventa responsabile delle misure operative e tec-

niche che riterrà adeguate per salvaguardare i dati che tratta. Pareri discordanti e

sostanzialmente neutrali per quanto riguarda la

pseudonimizzazione

, ossia il pro-

cesso che fa sì che i dati siano conservati in un formato che non identifichi diretta-

mente un individuo specifico senza l’utilizzo di informazioni aggiuntive. La pseudo-

nimizzazione richiede sì alle aziende uno sforzo di verifica e adeguamentoma darà

l’opportunità di ottenere nuovi dati “sicuri” e di proteggere da eventuali violazioni.

GENNAIO

ACCOUNTABILITY

6 GENNAIO

PSEUDONIMIZZAZIONE

16 GENNAIO

REGTECH

26 GENNAIO

CULTURA

1 GENNAIO

SENTIMENT

+

-

di Alessandro Zonin

@AlessandroZonin

6

innovazione.PA

|

01-02/2018

| ANNO XV GENNAIO - FEBBRAIO