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Il tema della sicurezza è di grande attualità, e le aziende italiane ne sono consapevoli, tanto che, secondo

l’ultimo rapporto Assintel, hanno risposto al rischio di attacchi investendo nel 2016 1.224 milioni di euro, in

crescita del 6,1% rispetto all’anno precedente. La Security, insomma, non è più un argomento specialistico

e di nicchia, da considerare solo un costo, ma sta diventando un vero e proprio asset strategico, tanto che,

non solo secondo Assintel, risulta ai primi posti delle priorità di investimento anche per il 2017 e oltre. Per

arontare nel migliore dei modi le nuove sfide non esiste però un approccio univoco. Per capire quali pos-

sano essere le migliori strategie da adottare in tema di security O†ce Automation ha coinvolto alcuni ope-

ratori del settore, ai quali ha rivolto le seguenti domande:

Guardare alla security

in modo nuovo

Sta crescendo in Italia la sen-

sibilità nei confronti della si-

curezza informatica, a fron-

te dei casi eclatanti emersi

negli ultimi tempi e dell’en-

trata in vigore, a maggio del

2018, del nuovo Regolamento

Europeo sulla Protezione dei

Dati (GDPR)?

È arrivato il momento di innalzare le barriere difensive.

1

Quali sono, dal vostro osser-

vatorio, le strategie messe in

atto dalle aziende per fron-

teggiare minacce sempre

più sofisticate, e che ruolo

sta avendo il cloud in que-

sto ambito?

2

Quali sono gli strumenti e le

competenze necessarie per

fornire alle aziende un ade-

guato supporto consulenzia-

le e operativo?

3

Raaela Citterio

44

maggio 2017

VALUE POINT - Il ruolo del canale

1.

Sì, sicuramente. La drammatica di usione del ransomware ha messo in evidenza che l’an-

tivirus da solo o il firewall da solo oggi non sono in grado di proteggere adeguatamente le

aziende. Questo doloroso richiamo alla realtà ha però un e etto positivo poiché costrin-

ge a ripensare la sicurezza, non solo in termini di soluzioni, ma soprattutto dal punto di

vista dei processi aziendali. In passato i produttori hanno invaso le aziende di soluzioni

mettendo in secondo piano sia le motivazioni alla base di determinate scelte sia il fatto

che la tecnologia debba essere al servizio del business e non viceversa. In questo sce-

nario si innesta il GDPR che, benché manchi ancora un anno alla sua entrata in vigore,

sta già mettendo sul chi vive un po’ tutti. Spero vivamente che il GDPR rappresenti una

grande opportunità per le aziende per ripensare i propri processi e quindi per investire

nelle tecnologie davvero necessarie.

2.

Poiché le minacce moderne sono sempre più imprevedibili è evidente che un nuovo

approccio di difesa è ormai necessario. Esso deve essere in grado di intuire quello che sta

per succedere, di analizzare rapidamente, o addirittura in tempo reale, una grande quantità di

dati e di metterli in relazione cercando di capire se c’è ‘qualcosa’ di sospetto. Il cloud gioca un ruolo

chiave perché dispone di spazi di memorizzazione virtualmente infiniti e di capacità di calcolo potenzialmente illimitate,

tanto che nessuna azienda potrebbe investire in sistemi di questo tipo. Ma prodotti basati sul cloud, come per esempio

gli antivirus di nuova generazione, per agire più velocemente rispetto ai concorrenti, legati a vecchi schemi tecnologici,

grazie al cloud, appunto, sono in grado di e ettuare un’analisi in tempo reale di una grande quantità di dati conferendo

così alle aziende che li utilizzano una sorta di sicurezza in tempo reale.

3.

Oggi le aziende non hanno bisogno di consulenti o di società di servizi iper-tecnici, bensì di consiglieri fidati (trusted

advisor) in grado di saper selezionare e o rire i servizi migliori presenti sul mercato in base alle caratteristiche delle aziende

clienti. È necessario che i tecnici si evolvano in broker di servizi. A questa ‘nuova’ figura spetta il compito di armonizzare

sistemi eterogenei come: O’ce 365 in cloud, il gestionale installato presso la sede e i progetti a’dati a team di lavoro

sparsi sul territorio che se includono anche professionisti esterni all’azienda possono introdurre nei sistemi potenziali ri-

schi. Concludendo, il settore ICT può considerarsi al passo con i tempi solo se chi ne fa parte in maniera attiva è in grado

di armonizzare e mediare fra le esigenze delle aziende e i servizi che la tecnologia rende disponibili.

Claudio Panerai, CTO, Achab