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08 Febbraio 2022 dalle 10:00 alle 12:15

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L'IA può trasformare modelli e organizzazioni dell’assistenza sanitaria, anche se non mancano delle barriere

Valeria Giannotta, AD e Direttore Amministrativo e Operativo - Tiberia Hospital, Direttore Amministrativo e Operativo - ICC Covid3 Hospital, Spoke INMI Spallanzani

Per Giannotta l’Intelligenza Artificiale sta diventando sempre più popolare con investimenti molto sostanziosi sia nel settore privato, sia nel pubblico. Le stime ci dicono che la spesa per l’IA in sanità dovrebbe aumentare di circa il 50% ogni anno fino ad arrivare a circa 28 miliardi di euro nel 2025.

L’IA si basa su algoritmi, che sono a loro volta alimentati da dati, grandi quantità di dati, e tramite essi riesce a trasferire su una macchina compiti che normalmente sono destinati a una risoluzione esclusiva della mente umana, ma potrà mai sostituire l’esperienza, l’occhio e la finezza intellettuale di fronte a un importante e complesso esame diagnostico? Quello che appare certo è che l’IA è diventato uno strumento di uso quotidiano, ma nella sanità c’è ancora molto cammino da compiere, cosa che spiega la discesa in campo dei Tech Giants come Google. “In verità - puntualizza ancora Giannotta - l'IA può trasformare modelli e organizzazioni dell’assistenza sanitaria, anche se non mancano delle barriere come la specializzazione, la localizzazione, l'accettazione e la qualità dei dati. Ma c’è interesse a investire. Il caso InstaDeep ne è l'esempio: predizione delle varianti Covid con circa due mesi di anticipo. Telemedicina e IA avvantaggiano non solo i pazienti, ma anche economia e ambiente e contemporaneamente consentono di abbattere le barriere dello spazio e del tempo, a vantaggio della delocalizzazione da una parte e della specializzazione dall'altra.”

Naturalmente, perché i risultati arrivino, è necessario una operazione di Reskilling delle professionalità, delle competenze e delle metodiche di lavoro. L’IA, per questo relatore, va quindi vista positivamente, soprattutto perché genera i seguenti vantaggi: personalizzazione delle cure, autonomia dei processi, miglioramento delle indagini e della qualità della ricerca clinica. Ma vediamo dal sondaggio compiuto tra i partecipanti quali sono i principali ostacoli alla sua diffusione: la qualità dei dati e l’aspetto culturale con il 34% sono indicati come i freni principali, la resistenza al cambiamento ha raccolto il 30% delle indicazioni, la fragilità del sistema sanitario incide per il 26%, mentre la finanza non appare un gran problema (10%). Il PNRR prevede investimenti per 1,5 miliardi per lo sviluppo di piattaforme IA-based. Un'occasione da non perdere, anche per arrivare a disegnare i servizi attorno al paziente.