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della consapevolezza e degli investi-

menti del mondo industriale anche

perché offre concreti benefici fiscali e

finanziari, tanto che le aziende dell’of-

ferta temono di non essere in grado di

consegnare in tempo tutte le macchine

già in ordine e che verranno ordinate

entro fine anno.

La norma prevede infatti che le con-

segne devono essere effettuate en-

tro il 31 luglio 2018 (in origine era

30 giugno), ma entro il 31 dicembre

2017 l’ordine deve essere accettato,

accompagnato da un pagamento di

almeno il 20%.

Se il fornitore, per eccesso di domanda,

non fosse in grado di consegnare nei

termini stabiliti dalla legge, il cliente

non potrebbe usufruire dell’iper-am-

mortamento.

Un utile sondaggio

Il Laboratorio Rise dell’Università degli

Studi di Brescia ha condotto una ri-

cerca su di un campione di oltre 100

aziende manifatturiere italiane, per ve-

rificare l’effettiva penetrazione dell’In-

dustria 4.0, in particolare nelle PMI, che

hanno risposto a queste domande:

1. Quali sono le tecnologie abilitanti

la rivoluzione, quanto sono note e

quanto sono impiegate?

Più della metà del campione affer-

ma di aver compreso le potenziali-

tà della connessione di prodotti e

processi grazie all’Industrial Internet

ofThings (62%) e della necessità di

trattare questa mole di dati raccolti

con i sistemi di Big Data & Advan-

ced Analytics (51%). Oltre ad altre

tecnologie come stampa 3D, realtà

aumentata e robotica collaborativa.

Sono però ancora poche le imprese

che sono andate oltre alla fase di

conoscenza e hanno implementato

applicazioni in produzione.

2. Quali i benefici attesi, per quali pro-

cessi?

Con la diffusione delle nuove tec-

nologie digitali, le imprese puntano

a ridurre il time-to-market (73%), a

una sempre più spinta automazio-

ne e efficientamento dei processi

(obiettivi di costo) e alla possibilità

di accrescere le funzionalità dei ma-

nufatti realizzati (obiettivi di qualità).

3. Quali ostacoli occorre superare?

Il 70% delle imprese dichiara diffi-

coltà nel disporre di competenze

specifiche (sia all’interno che all’e-

sterno) per analizzare, valutare e

implementare correttamente le

nuove soluzioni tecnologiche.

4. Quanto può essere utile il Piano

Industria 4.0?

Tra le misure proposte dal recen-

te Piano Calenda, le aziende sono

interessate in par ticolare agli in-

centivi fiscali per l’acquisto di at-

trezzature, macchinari e software.

Molto rilevante per buona parte

delle imprese è anche la misura del

credito d’imposta potenziato, utile

per finanziare la ricerca e sviluppo.

Continuare su questa strada

Il ministro dello Sviluppo Economico

Carlo Calenda ha affermato che non

tutti gli incentivi del provvedimento

Industria 4.0 saranno confermati nel-

la prossima finanziaria nel 2018, con

particolare riguardo a super-ammorta-

mento (140%) e iper-ammortamento

(250%) per i quali il governo ha già

preventivato di spendere metà dei

18 miliardi di euro complessivamen-

te stanziati per il Piano industria 4.0

fino al 2027.

Oltre ai quasi 9 miliardi per iper e su-

per ammortamento, ci sono 3,4 miliar-

di per il credito d’imposta del 50% su

spese incrementali in ricerca e sviluppo,

quasi 3 miliardi per gli sgravi fiscali sul

salario di produttività; 1,3 miliardi per

la ‘Finanza per la crescita’ (start up e

PMI innovative); circa 600 milioni per

la nuova Sabatini (credito agevolato

sugli investimenti innovativi) e 1 miliar-

do per il Fondo di garanzia (sostegno

per l’accesso al credito).

Il 2017 sarà l’anno degli investimenti,

mentre la parte relativa ai competen-

ce center si attiverà più lentamente.

Anche nelle aziende, per cambiare le

competenze e la cultura ci vuole più

tempo.

Per Calenda non basta che le aziende

ricomincino a investire, ma bisogna

lavorare anche sui processi per otte-

nere maggiore flessibilità e rapidità, e

c’è ancora molto da fare in partico-

lare sul tema delle competenze e del

lavoro, e afferma “Se il piano Indu-

stria 4.0 non dura per i prossimi 10

anni non serve assolutamente a nien-

te. Occorre privilegiare chi investe in

macchinari. Il dato più preoccupante

è quello dell’obsolescenza del parco

macchinari. Se non si vendono mac-

chinari significa che le altre industrie

non si stanno rinnovando”.

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luglio-agosto 2017

INDUSTRIA 4.0