PEDAGOG-IA

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21 Aprile 2022 alle 09:30

PEDAGOG-IA: lo Human Learning prima del Machine Learning

Perché insegnare e imparare l’IA è fondamentale per assicurare la riuscita – anche economica – della Trasformazione Digitale

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Per informazioni: Alessia Pesce
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ASSINTEL

Pedagog-IA per le imprese

Paola Generali, Presidente – Assintel

Assintel, quasi 800 soci nell’ICT, ha appena concluso un approfondito studio sull’IA, da cui alcune delle considerazioni svolte da Paola Generali, di cui un messaggio “forte” è il fatto di anticipare addirittura alla terza elementare l’età per raccontare ai ragazzi le applicazioni tecnologiche: "Si tratta - ha precisato - di incuriosire i ragazzi illustrando loro i vantaggi delle applicazioni e aiutandoli a qualche prima riflessione sul loro futuro professionale”.

Per cogliere in pieno le potenzialità dell'Intelligenza Artificiale occorre, infatti, prima comprenderla e "toccare con mano" le sue applicazioni. Ogni tecnologia avanzata vive questa sfida, che si evince puntando l'obiettivo sui risultati concreti, sulle applicazioni che rispondono ai bisogni dell'utilizzatore. Questo schema primordiale, che segue il ciclo "bisogno - prefigurazione della soluzione - attivazione", è la pietra miliare per portare a maturità la transizione digitale, tanto nelle imprese quanto nella società.

Ma l'evangelizzazione, ha precisato Paola Generali, va studiata bene e per tempo: le imprese che oggi fanno fatica a comprendere perché l'IA potrebbe servire loro, scontano il fatto che non è stato preparato il terreno affinché la capiscano. Questo è un fattore culturale ed educativo che va progettato fin dalla scuola primaria: introdurre i temi scientifici e tecnologici a partire dalle applicazioni di tutti i giorni, per poi attivare l'interesse, cominciare a studiare "cosa c’è dietro", ascoltare testimonianze motivanti, ed infine prospettare scenari universitari e professionali che le declinino. Parallelamente a tutto ciò, va fatto anche un imponente lavoro regolatorio per armonizzazione e portare avanti in parallelo lo sviluppo delle tecnologie, le loro diverse applicazioni, le relative norme di riferimento e l’etica nel loro utilizzo, ma anche nel loro sviluppo.

"Bisogna infatti rendersi conto - ha ancora precisato - che l’IA non è una tecnologia in senso stretto e neanche va confusa con la trasformazione tecnologica, ma ha più affinità con la filosofia in chiave moderna, di cui c’è un gran bisogno di comprensione a tutti i livelli. Tra l’altro non bisogna dimenticare che la IA è anche un mezzo di aiuto per i ricettori a esprimere quello che ha dentro."

Generali ha poi richiamato l’attenzione su un altro importante punto: la PA è la più grande fonte di dati, certificativi peraltro. Dati che possono essere usati, oltre che dalla PA stessa, da chiunque abbia una vocazione pedagogica (non solo tecnologica quindi) a far conoscere i vantaggi delle applicazioni basate sull’IA.