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Le soluzioni ICT-oriented conquistano spazio tra le tecnologie per il risparmio energetico

negli edifici. In un mercato, come quello della riqualificazione energetica, dal potenziale

economico enorme. Un tema su cui riflettere per gli energy manager, che nel frattempo

aumentano di numero.

70

luglio-agosto 2017

I

l problema è il tempo in cui si recupera l’extra co-

sto. Se servono 30-40 anni per pareggiare la spesa

aggiuntiva di un edificio a energia quasi zero c’è da

star sicuri che di edifici di questo tipo ne vedremo

pochi. Ancora meno di abitazioni residenziali, tipo

le villette, visto che in questo caso il tempo di ritor-

no dell’investimento supera addirittura la vita utile

del fabbricato. Il maggior comfort e la sostenibilità

ambientale sono argomenti in grado di far presa,

ma troppo fragili se l’ostacolo economico è tanto

alto. A questa inevitabile conclusione arrivano con-

cordi tutti gli analisti in tema energy, dall’ENEA al

Politecnico di Milano nei rispettivi report annuali.

Serramenti ad alte prestazioni, ventilazione mecca-

nica con recupero di calore per la qualità dell’aria e

pannelli fotovoltaici hanno un costo di investimento

BUILDING AUTOMATION

ED EDIFICI INTELLIGENTI

Michele Ciceri

piuttosto alto, ancora di più se a queste tecnolo-

gie si a„ancano pompe di calore geotermiche o

impianti solari termici per la produzione di acqua

calda sanitaria. Per non parlare di soluzioni innova-

tive come il riciclo dell’acqua piovana (attraverso

avanzati impianti di domotica o fitodepurazione) o

dell’installazione di ascensori con recupero di ener-

gia. Se è vero che in tutti i casi si tratta di soluzioni

tecnologiche disponibili e collaudate, è altrettanto

vero che il risparmio energetico aggiuntivo rispet-

to a una soluzione standard di„cilmente permette

tempi di rientro brevi per l’investimento.

A farsi un’idea delle di„coltà che stanno attorno

alla realizzazione di un edificio energeticamente

e„ciente aiuta proprio guardare la situazione de-

gli edifici nZEB (nearly Zero Energy Building), le

costruzioni a energia quasi zero che la direttiva

europea 2010/31 ha reso obbligatorie a partire dal

2020. A oggi il numero degli edifici di questo tipo

in Italia è compreso tra 650 e 850 unità, di cui il

93% a uso residenziale. Ciò a fronte di circa 12,1

milioni di edifici residenziali (il 74% costruito pri-

ma degli anni ’80) a cui si aggiungono 1,5 milioni

di edifici non residenziali. Inoltre l’attenzione ver-

so le costruzioni a energia quasi zero presenta una

spiccata focalizzazione territoriale con appena tre

regioni (Trentino Alto Adige, Lombardia e in misu-

ra minore Veneto) che mostrano i primi segni del

fenomeno. Precisando che in Lombardia gli edifici

nZEB costruiti a partire dal 1 gennaio 2016, quando

è scattata l’obbligatorietà (la Lombardia ha deciso

di anticipare la direttiva europea), rappresentano

soltanto il 3% del totale costruito.

ENERGY MANAGEMENT

© Ingo Bartussek - fotolia.com