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Non esistono linee guida assolute, ma i documenti

di strategia dovrebbero essere generalmente ab-

bastanza sintetici (diciamo da poche pagine a un

massimo di venti). Una strategia di IoT in genere

individua la necessità di documenti secondari, che

non devono essere parte della strategia stessa ma

sono identificati come risultati della strategia. La

maggior parte delle strategie genererà una o più

roadmap o piani di progetto che illustrano come

sarà implementata la strategia.

Identificare le Big Rocks

Alcune decisioni e alcuni temi saranno fondamen-

tali, vale a dire che avranno implicazioni di lunga

vita e sostanziali per più prodotti o progetti di IoT

e maggiori capacità di generare business digitali.

È molto utile evidenziare tali ‘grandi rocce’ nella

strategia in modo che le loro implicazioni possano

essere riesaminate e concordate.

Un esempio è rappresentato dai vincoli. La selezio-

ne di determinati fornitori o tecnologie può avere

importanti implicazioni per le soluzioni IoT. Quin-

di, per esempio, la selezione di alcune reti a bassa

intensità (LPWAN) può implicare che le ‘cose’ non

dispongono di larghezza di banda su–ciente per

eseguire aggiornamenti firmware over-the-air, in

modo che l’attività potrebbe non essere in grado

di modificare le funzioni una volta che i prodotti si

spediscono. Le selezioni dei fornitori sono sempre

discriminanti, sia per le tecnologie di cui sono por-

tatori sia per le capacità o perché trascinano con

loro un ecosistema di partner.

Un altro esempio è dato dalle dipendenze critiche.

L’IoT comunemente comporta una combinazione

di attività fisiche di lunga durata, come pompe,

motori, veicoli, ma viene implementata utilizzando

tecnologie e fornitori che hanno una durata di vita

inferiore a quella dei prodotti. Quindi, per esempio,

potrebbe essere relativamente facile modificare

uno strumento di analisi di IoT, ma è molto più dif-

ficile modificare una decisione sulla piattaforma

IoT, poiché quest’ultima potrebbero comportare

notevoli modifiche di software e firmware. Occorre

dunque evidenziare situazioni in cui la sostituzione

di venditori o tecnologie potrebbe essere costosa

e complessa.

Ci sono poi i rischi inevitabili. Possono esistere si-

tuazioni in cui non è disponibile una buona scelta

del fornitore o della tecnologia. Per esempio, ci

sono molti piccoli e innovativi fornitori nello spa-

zio IoT, e ci possono essere casi in cui non esiste

un fornitore completo per le capacità necessarie.

Certo l’obiettivo di un documento di strategia non

è quello di identificare esattamente quali fornitori

saranno scelti, ma sarebbe utile sottolineare che le

scelte in alcune aree sono probabilmente tattiche

e potrebbero comportare un rischio di sostanziali

costi di sostituzione futuri.

I pilastri strutturali. Alcune decisioni architetturali

hanno ampie implicazioni sulla funzionalità e sulla

flessibilità del sistema e possono essere di–cili da

modificare. L’obiettivo è quello di assicurare, per

quanto possibile, che gli autori della strategia non

si sentano porre la domanda ‘perché non mi hai

detto che sarebbe accaduto?’ da parte di clienti

arrabbiati o dell’IT.

Obiettivi chiari e leadership

Molte strategie omettono un elemento chiave, la

definizione del successo, che dovrebbe idealmente

essere quantificato così da poterlo misurare. L’o-

biettivo della strategia IoT attuata dall’IT dovrebbe

essere ricavato dalle visioni complessive IoT e di-

gitali dell’azienda. Però l’obiettivo non è necessa-

riamente quello di fornire soluzioni concrete di IoT

costituite da hardware e software. È già abbastanza

ragionevole definire una strategia il cui obiettivo è

quello di scoprire le opportunità in campo IoT; in

tal caso, la strategia potrebbe comportare l’idea-

zione di progetti pilota, indagini di clienti, hacka-

thon e così via e avere un solo risultato finale, che

è una relazione.

È altrettanto importante che la strategia di IoT azien-

dale abbia un leader forte che si prenda la respon-

sabilità del suo successo (o di più leader nel caso

di un’organizzazione con strategie multiple) perché

senza questo, i contributi dell’organizzazione IT

alla strategia sono destinati a fallire. Le indagini di

Gartner suggeriscono che la situazione della lea-

dership è migliorata, ma in alcuni dei casi analizzati

è proprio la mancanza di leadership la vera barriera.

Chi deve essere il leader? Non esiste un singolo

ruolo adatto alla definizione di una strategia di IoT.

Le indagini di Gartner mostrano che almeno nove

diversi ruoli si fanno carico di questo compito. Più

frequentemente è il CEO, poi il CIO, poi il respon-

sabile marketing (CMO) e il CTO. Da una prospetti-

va di innovazione, nota Gartner, è meglio scegliere

un leader che abbia la responsabilità di combinare

l’innovazione commerciale e tecnologica, come un

Chief Digital O–cer (CDO), se l’organizzazione ne

ha uno.

Industria 4.0 & IoT

Fonti

Nell’articolo si fa riferimento alle ricerche degli analisti Gart-

ner: Nick Jones, Mark Hung, Ted Friedman, Sanjit Ganguli,

Erik T. Heidt, Venecia K Liu, Tracy Tsai.

luglio-agosto 2017