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marzo-aprile 2017

Q

uando antropomorfizziamo le tecnologie, attri-

buendo loro caratteristiche umane, corriamo essen-

zialmente tre rischi: ci inganniamo riguardo alle capacità

e ai limiti reali delle tecnologie; operiamo una genera-

lizzazione eccessiva, ascrivendo alle tecnologie attributi

che sono tipicamente umani; costruiamo, o lasciamo

che vengano costruiti, scenari di fantasia spaventosi e

non produttivi intorno alle tecnologie. Le conseguenze di

questi rischi sono molteplici: delusione, spreco di tempo

e denaro, impatti negativi a livello aziendale e professio-

nale, sollecitazione di normative e interventi delle autorità,

e perdita di interesse verso tecnologie molto promettenti.

È importante che i Ceo, i Cio e gli altri manager azien-

dali procedano con grande cautela nel valutare gli inve-

stimenti basati sul presupposto che le macchine siano

realmente intelligenti e che l’intelligenza artificiale (AI) sia

finalmente riuscita a produrre strumenti capaci di emu-

lare il funzionamento del cervello umano (a livello fisiolo-

gico) o di replicare i nostri processi cognitivi (di pensiero)

– come se noi conoscessimo realmente la fisiologia del

cervello o i meccanismi del pensiero umano. Questi pre-

supposti sono completamente infondati ed è probabile

che rimangano tali ancora per molti decenni.

Per fare chiarezza (e contrastare possibili errori deci-

sionali), questo articolo reintroduce la nozione di smart

machine, mette a confronto smart machine, intelligenza

L’assegnazione di attributi umani alle tecnologie ha l’effetto di distorcere

la nostra percezione riguardo alle loro capacità reali.

TOM AUSTIN*, ALEXANDER LINDEN**, MARTIN REYNOLDS*

‘SMART MACHINE’

,

UN TERMINE DA CONOSCERE

artificiale, calcolo cognitivo e altri termini correlati, pro-

pone una definizione del concetto di smart machine,

spiega le capacità distintive delle smart machine, pre-

senta alcune domande frequenti e le relative risposte e,

infine, propone alcune linee d’azione specifiche per i ma-

nager IT e i responsabili delle line-of-business

Nuova introduzione alle smart machine

Il ‘big bang’ prodotto dalla convergenza tra hardware

radicalmente nuovi, enormi quantità di dati e progressi

senza precedenti nelle reti neurali profonde ha dato ori-

gine a un nuovo grande ciclo tecnologico di 75 anni:

l’era delle smart machine (o ‘macchine intelligenti’). Le

tecnologie alla base di queste macchine sono ‘intelli-

genti’ in un senso piuttosto ristretto. In “Where Banks

Can Use Smart Machines” vengono presentate sei cate-

gorie esemplificative di prodotti che dipendono, almeno

in parte, dalle tecnologie delle smart machine. Queste

categorie vanno dai sistemi di visione ‘smart’ agli ope-

ratori virtuali dell’assistenza clienti fino alle infrastrutture

intelligenti per i campus. Nello stesso documento sono

fornite decine di esempi di applicazioni che possono es-

sere implementate nelle diverse categorie di prodotti.

Lo spazio delle smart machine è una catena del valore

(rappresentata nella Figura nella prossima pagina) che

può essere vista da due prospettive: quella delle tecno-

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