Baptiste Debombourg
ha lavorato con il vetro dal
2005 e Campo d’Accelerazione (Champ d’Accéléra-
tion) è la sua più complessa installazione su larga scala
(250 metri quadrati) realizzata fino a oggi, e anche
la prima esposta alla luce naturale esterna. Questa
installazione appartiene a un ciclo in cui il vetro co-
lonizza lo spazio, talvolta convertito in nero come in
Matière Noire a Strasburgo (La Chaufferie, dal 1 al
15 novembre 2015, vedi Office Automation gennaio-
febbraio 2017 pagina 83), o lasciato a crudo con il suo
tono bluastro e verde (Flow, 2013, Québec), o quan-
do gioca con vetrate come in una stanza dell’abbazia
di Brauweiler in Germania, dove il materiale occupa
QUANTO POSSIAMO PREVEDERE?
LO SCARTO TRA IDEA E REALIZZAZIONE
Gabriela Galati
Fondatrice e Direttrice
di ECCENTRIC Art & Research
info@ec-centric.eu www.ec-centric.euART
TECHNOLOGY
&
Un’opera della serie Ultra
sempre di Baptiste Debombourg
Una vista dell’opera Champ d’Accélération dell’artista Baptiste Debombourg
installata su una superfice di 250 metri quadrati
completamente le finestre (Aerial, 2012). Il vetro non interessa
all’artista per l’artigianalità che richiede, la sua fragilità intrinseca
o la sua purezza.Visto attraverso il prisma del famoso e acciden-
talmente macchiato e rotto Grande vetro di Marcel Duchamp, il
vetro è per Debombourg il prodotto di un’alchimia scura, un ma-
teriale vivace. Inoltre, le lastre di vetro laminate utilizzate vengono
crepate rapidamente con un martello. Questo modo di lavorare
interessa all’artista perché gli rende evidente lo scarto esistente
ogni volta tra l’idea che aveva in mente prima di cominciare e
quello che il materiale gli permette effettivamente di realizzare;
un tema ricorrente per molti artisti. Come lui afferma: “Questo
scarto è ogni volta più piccolo: con il dominio crescente del ma-
teriale la realizzazione si avvicina sempre di più all’idea originale”.
Nella serie Ultra, Debombourg sovrappone al vetro rotto, si po-
trebbe dire di stampo ‘espressionista’, delle composizioni geome-
triche, minimali e pulite (e trasparenti) che rimandano alle geo-
metrie dei costruttivisti russi, come Malevitch, o ancora di più, El
Lissitzky. In questa serie il suo interesse si concentra sui limiti tra
la bidimensionalità della pittura e la tridimensionalità della scultura.
Ne risulta che queste opere, che non potrebbero essere classi-
ficate con chiarezza in nessuna categoria, manifestano l’interesse
dell’artista per strutture scultoree, quasi architettoniche, in sintesi
elegante con la pittura.
maggio 2017
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